Una donna di 76 anni giunge a visita lamentando un dolore subcontinuo costrittivo/trafittivo, che origina dall’occipite e si irradia sullo scalpo, ad interessare la regione occipitale sinistra. Nelle acuzie nevralgiche il dolore può estendersi in frontale e alla regione auricolare.
Anamnesi patologica remota La paziente fa risalire l’inizio della sintomatologia a circa 13 mesi fa. Nell’anamnesi patologica remota è presente un carcinoma del colon, per il quale è ancora seguita in ambiente specialistico. A quanto si apprende vengono esclusi problemi di recidive, ma si sottopone costantemente a controlli periodici. Inoltre presenta ipertensione essenziale e una pregressa embolia polmonare.
Molti anni addietro ha sofferto di una forma di cefalea ravvisabile in Emicrania parossisitca recidivante. Per questo motivo seguì una prolungata terapia medica che le dava ottimi benefici ma che fu costretta a cessare avendo sviluppato una fibrosi retroperitoneale. La cefalea cessò spontaneamente.
Anamnesi patologica prossima
La sintomatologia algica ha assunto negli ultimi mesi carattere ingravescente.
Visita 2 Maggio 2016
Rachide cervicale molto rigido in atteggiamento antalgico, capo antiflesso. Già dalla descrizione del tipo di dolore, dalla sede dello stesso e dalla sua estensione, siamo decisamente indirizzati verso la diagnosi. Le chiedo se ha fastidio quando si passa il pettine tra i capelli, se combatte a lungo con il cuscino dopo che si corica a letto. Risponde affermativamente.
Alla visita neurologica, non vi sono particolari difficoltà di diagnosi: si tratta di nevralgia di Arnold d.n.d.d.
La paziente è stata trattata secondo un protocollo che utilizziamo per le Nevralgie craniche.
La risposta alla terapia è stata praticamente immediata, con una remissione importante di quei segni clinici, che ci avevano permesso una cosi facile diagnosi (vedi Sensibilità in area tipica appartenente al nervo occipitale) ed una riduzione al VAS del 50%.
Il prossimo trattamento sarà tra una settimana. Decidiamo di non associare nè Fans nè antidolorifici, perchè praticamente inutili in questa patologia. Inoltre la paziente ha già provato ogni tipo di trattamento farmacologico e/o fisico senza risultati.
Breve discussione
Credo che un ascolto attento dei sintomi riferiti dalla paziente, avrebbe nel caso permesso di focalizzare ben presto il problema, quindi di giungere ad una pronta diagnosi già un anno prima, cosi da impedire una cronicizzazione del quadro e di conseguenza una lunga e inutile sofferenza della paziente. Indirizzati sulle evidenze di una spondiloartrosi cervicale, trascurando del tutto il rilievo più importante, anche se forse destinato a rimanere esclusivamente clinico, e cioè che si trattava di un quadro di Nevralgia di Arnold, direi piuttosto tipica.
In questi casi, seppure il quadro cervicale si possa considerare eziologicamente il più significativo come responsabile di un conflitto –
“pinzettamento” del nervo, verosimilmente a livello delle articolazioni atlo-epistrofiche, non si può affatto escludere che, viceversa, ne sia la causa un conflitto neuro-muscolare. Ne consegue che una terapia mirata a ridurre la scarica irritativa del nervo, deve costituire il primo approccio (Vedi sotto 17.06).
12 maggio 2016
La paziente giunge prostrata dopo giorni di indagini ed esami anche invasivi che ha dovuto affrontare per i controlli delle varie patologie da cui è affetta.
Per quanto ci riguarda tuttavia, riferisce che la situazione del dolore si è mantenuta soddisfacente, non essendosi verificata alcuna apprezzabile ripresa del dolore stesso. Sul piano neurologico, permane una sfumata asimmetria della sensibilità nel territorio del nervo di Arnold.
17.05.016
Va molto bene: nessun dolore spontaneo si è manifestato ad oggi sullo scalpo. Le manovre atte ad evocare il dolore nevralgico sui punti di repere del nervo, risultano negative. L’aspetto più significativo è che non vi sono, alla puntura di spillo, asimmetrie della sensibilità sia in senso destra / sinistra che in senso cranio/ caudale, tra le aree di pertinenza trigeminale e quelle di pertinenza del grande nervo occipitale. A sostegno di quanto accennato nella breve discussione (V.sopra), non appare minimamente modificata la funzionalità del rachide cervicale, rachide che si mantiene spiccatamente dolente, estremamente rigido e in blocco antalgico completo. Per questo motivo e solo da questo momento il trattamento sarà preminentemente rivolto al trattamento della spondilosi cervicale. . Segui…
10.06.016
I parenti ci informano di un sopravvenuto problema cardio-polmonare che ha richiesto un ricovero per gli accertamenti del caso. Segui….
1.luglio.2016
Rivediamo la paziente dopo tre settimane trascorse a risolvere una manifestazione trombo-embolica polmonare, che ha richiesto un ricovero in unità di cura intensiva altamente specialistica.
Relativamente alla nevralgia occipitale, la situazione rimane molto soddisfacente perché, come si apprende dalle sue parole “il dolore nevralgico non si è più manifestato, malgrado la forzata costrizione a letto per 15 giorni”
Ad un controllo obiettivo, a parte la sensibilità sullo scalpo che si mantiene inalterata e simmetrica, dunque senza note patologiche, la paziente mostra oggi un’iniziale ripresa della mobilità del rachide cervicale, rispetto al pregresso blocco antalgico. Segui….
24.10.2016
Al controllo odierno, a fronte di una quadro neurologico che si mantiene negativo, in assenza di alterazioni della sensibilità sullo scalpo, migliorata ulteriormente la funzionalità del rachide cervicale sia nella rotazione che nella flesso estensione del capo. Il dolore nevralgico non si è ripresentato e la paziente è molto soddisfatta. Prossimo controllo tra due mesi. Segui….