Breve storia clinica
Una donna di 39 anni, per il resto in buone condizioni di salute, negli ultimi mesi del 2015 inizia a manifestare sensazione di fastidio e formicolio agli arti superiori in particolare al V° dito della mano destra. Inoltre, bruciore sulla faccia anteriore delle cosce ed un certo impaccio della marcia, con gambe incordate. La paziente a marzo di quest’anno decide di sottoporsi ad una RM del tratto cervicale che mostra una protrusione discale C3/C4 e due ernie, una in C5/C6 e l’altra in C6/C7.
Iniziano alcune consulenze da neurochirurghi ai quali si rivolge per saperne di più sulla sua situazione. In particolare due di questi consigliavano l’intervento, che la paziente rifiuta.
22.05. 2016 Visita neurologica
Sul piano neurologico, la paziente presenta una iperriflessia osteotendinea ai quattro arti, prevalente a destra, clono del piede bilaterale ed Hoffmann a destra.
Neurologicamente è molto significativo che l’iperriflessia interessi il bicipitale, lo stiloradiale, il tricipitale e non i deltoidei per i quali vi è per contro iporiflessia. Non vi sono alterazioni dei fini movimenti delle dita. Non è presente Babinski né vi sono significativi segni di interessamento cordonale posteriore. Il dolore è presente come fastidio disestesico all’ultimo dito della mano destra.
La paziente che vuole evitare l’intervento per storie familiare pregresse non favorevoli, mi chiede se è ragionevole pensare che io possa aiutarla, visto che in questo lasso di tempo si è sottoposta ad ogni genere di trattamento farmacologico e di tipo fisico senza risultato.
Come affrontare la questione ?
Bisogna avere, secondo me, una discreta familiarità con questo tipo di patologie neurologiche, se si vuole evitare di nuocere al paziente. Questo può accadere, sia perché non vengono ben interpretati alcuni segni neurologici anche sfumati di progressione del quadro, sia per una manifesta mancata risposta alle cure: se il quadro neurologico si mantiene invariato, un proseguimento del trattamento non sarebbe che un inutile e anche dannoso accanimento terapeutico.
Ma cosa ci si deve attendere come risposta favorevole alle cure?
La favorevole evoluzione del quadro, come nel caso in questione, è segnalata da una rapida remissione dei segni piramidali, quindi dell’ Iperriflessia, del Clono, dell’Hoffmann, del bruciore sulle cosce e gambe e della riduzione fino alla scomparsa della sensazione di gambe pesanti e incordate (da notare come a persistere è il fastidio disestesico al V° dito).
Non abbiamo dovuto attendere un breve periodo per ottenere questa variazione del quadro neurologico (vedi data di ingresso). I segnali, a ben vedere, sono stati chiari fino dalle prime cure portate. Sarà da valutare adesso la stabilizzazione e l’evoluzione del quadro nel tempo. Da segnalare che la paziente non assume farmaci da circa 2 mesi. Segui …..
16.01.017 Controllo dopo EMG/NCV
Da tempo attendevo questo esame, perché sospettavo che le parestesie e il dolore al V° dito avessero poco a che fare con il quadro di mielopatia .
La paziente che nel frattempo ha ripreso il lavoro a pieno ritmo, senza avvertire gambe pesanti o incordate, disestesie e/o altro, ha a lungo tergiversato prima di farlo.
La risposta è tuttavia inequivocabile per le conclusioni:
iniziale rallentamento distale sensitivo motorio a carico dell’ulnare al carpo
maggio 2018
La paziente si ripresenta perché da un mese circa lamenta dolore e parestesie al braccio sinistro che ha curato con Fans e trattamenti fisici non meglio specificati.
E’ preoccupata e teme di doversi operare.
Clinicamente presenta una Carvicobrachialgia sin per segni di modesto interessamento radicolare sensitivo in C6, senza deficit motori .
Al controllo neurologico : ROT normoevocabili agli arti inferiori, non Babinski né clono, in sostanza oggi nessun segno di sofferenza mielica. Riflessi normoevocabili anche agli arti superiori e lieve deficit della sensibilità in C6 senza deficit stenici.
Cervicobrachailgia C6 a sn. Il quadro si risolve con qualche trattamento Ortho+ neuromodulazione software.