Nevralgia del nervo di Arnold

Cos’è?

E’ una nevralgia da irritazione del nervo di Arnold. Quest’ultimo origina dalla branca posteriore della 2° radice cervicale.

Incidenza

Patologia rara, ma non rarissima. Secondo la nostra esperienza, è facilmente confusa con alcune algie craniche, come la cefalea post-traumatica e la cefalea cervicogenica.

La cause

Se si escludono le malformazioni della cerniera occipito-cervicale e i tumori della regione del foro occipitale, le cause più frequenti di nevralgia occipitale vanno ricercate nei traumi della regione cervicale, nella patologia degenerativa-artrosica e nell’artrite reumatoide. Tuttavia spesso l’eziologia rimane sconosciuta, anche dopo che sono stati espletati tutti gli accertamenti neuroradiologici del caso (Rx del passaggio occipito cervicale e tratto cervicale, TAC, RM)

I sintomi

Nella forma tipica si tratta di crisi ad esordio spontaneo con dolore a trafitte, che si sviluppano a partire dalla nuca e si irradiano nella regione occipitale, da un lato del capo. Nella forma atipica il dolore è continuo e può essere bilaterale.

La diagnosi

Si basa sulla obiettiva possibilità di provocare la comparsa del dolore tipico comprimendo il nervo all’emergenza cranica, nel punto di Arnold, cioè 2 cm a lato della protuberanza occipitale. Inoltre è quasi sempre presente una zona di alterata sensibilità (allodinia, iperestesia – ipoestesia, disestesia ).

Le terapie

 

La terapia farmacologica  è spesso insoddisfacente .

E tuttavia l’uso di  farmaci a fronte di diagnosi di nevralgia di Arnold  è ovviamente appropriato e raccomandato. I farmaci sono I FANS  e gli anticonvulsivanti.  Questi ultimi hanno il compito di ridurre le scariche neuronali  ectopiche e possono essere utilizzati in associazione con i primi.

Quello che non è utile è  insistere con una terapia farmacologica che non porti almeno ad un miglioramento significativo entro le tre -cinque settimane dal primo impiego.

E ‘ anche dannoso,  in quanto il dolore neuropatico cronico e/o inveterato diventa difficilmente trattabile ( quanti pazienti vediamo con storia di anni e anni di dolore da Nevralgia di Arnold !)

Può essere altresi indicato infiltrare con corticosteoidi e anestetico locale

La terapia con radiofrequenza

Si tratta di utilizzare il passaggio di correnti ad alta frequenza attraverso un ago infisso previo controllo radiologico, al fine di produrre una term0-lesione del nervo.
Per ovviare alla produzione eccessiva di  calore,  si raggiungono temperature fino a 90,  sono state più recentemente introdotte tecniche di  radiofrequenza pulsata , con le quali per l’emissione discontinua della corrente,  pulsata appunto,   l’effetto termico si riduce della metà circa ( 40°/50°).

Le terapie con microcorrenti ripolarizzanti   o neuromodulazione di superficie  a controllo software.

Sono queste le risorse tecnologiche   da noi prevalentemente utilizzate, che da anni  ci consentono  di ottenere guarigioni in percentuali  molto, molto elevate.  Esse  si caratterizzano per  avere una spiccata efficacia nel trattamento del dolore neuropatico grave ed inveterato ,  con una  fondamentale e ritengo unica caratteristica: quella di avere  una azione ripolarizzante  realmente  neuromodulatrice,  in modo tale che l’evoluzione di qualsiasi quadro clinico, che   vada verso una completa risoluzione, deve   necessariamente passare  da una negativizzazione di quei parametri neurologici, a volte fini e raffinati, ma spesso  grossolani, che caratterizzavano il quadro clinico del paziente . Esempio x Arnold -> cambiano i parametri relativi ad alterazione della sensibilitaà, rispetto al territorio di innervazione e quindi della disestesia, iperestesia,  allodinia etc. Il trattamento  assolutamente non invasivo, non  ha effetti collaterali di nessun genere, mantenendosi generalmente stabile nel tempo e dunque ad  ogni  risoluzione del quadro  fa seguito  un assoluto benessere che, in assenza di qualsiasi trattamento farmacologico, si deve  considerare  come una  guarigione.

La terapia chirurgica

Consiste nella sezione del nervo occipitale al di sotto delle fasce muscolari della nuca. La scomparsa dei dolori è immediata e quasi sempre definitiva;  le recidive sono rare. Tuttavia, quale complicanza costante e obbligata vi è l’anestesia completa nel territorio di competenza del nervo.

Bibliografia essenziale

MANZONI GC, et al. Cefalalgia 1983; 13.114-6.

ONOFRIO BM, et.al Mayo Clin Proc 1986; 61:537-41

SJAASTAD O, ANTONACIF La sindrome cefalea a grappolo Cluster Press, Milano 1990

Sumatriptan Cluster Headache study group New Engl J Med 1991; 325:322-6

NAPPI G, MANZONI GC. Primaryi Headache Disorders Smith-Gordon, London 1996

ANTONACI F, et al. Cronic paroxysmal hemicrania and hemicrania continua:anaestetic blockades of pericranial nerves
Funct Neurol 1997;12:43-8

SJAASTAD O, et al. Cervicogenic headache: diagnostic criteria. Headache 1998;38:442-445

SILBERTEIN SD, et al Headache in Clinical Practice. Oxford: Isis Medical Media, 1998

AMMANNATI F. Neurochirurgia mini-invasisva Microcompressione del ganglio di Gasse- U.O di Neurochirurgia A.O Careggi

Da Internet
Bollettino Medico Ospedale di Careggi-Firenze- N .2 Aprile 1995