Ernia disco mediana/paramediana in L5/S1

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Paziente con pregressi episodi di lombalgia e sciatalgia non meglio precisabili, lamenta da due mesi un dolore lombosciatalgico, correlato ad un ernia del disco mediana /paramediana destra in L5/S1, dal quale sembra non trovare alcun sollievo, malgrado tutte le cure mediche e fisiche cui si è sottoposto in questo periodo. In occasione dell’ultimo controllo Neurochirurgico, eseguito in altra sede, gli è stata prescritta ancora una robusta terapia farmacologica, come ultimo tentativo prima della soluzione chirurgica.
Non avendo a suo dire avvertito alcun miglioramento, il paziente ha preso contatto con noi e si è presentato a visita la mattina del 14 dicembre.

Giunge in uno stato di grave prostrazione commista ad agitazione, in quanto si è manifestata una difficoltà ad urinare con disuria e mitto spontaneo, limitato a poche gocce di urina. Non riferiti altresì disturbi dell’alvo.

La visita neurologica è stata dunque, rivolta ad una valutazione di eventuale danno neurogeno ad interessare le radici sacrali. Ricordiamo che le ernie L5/S1 perdipiù mediane, per i particolari rapporti anatomo-clinici predispongono alla Sindrome della cauda che può manifestarsi con deficit degli sfinteri, vescica ed alvo, ed è una condizione d’urgenza chirurgica, cosidetta “da bollino rosso”. Ho potuto tuttavia escludere che si potesse trattare di patologia neuro-urologica, in assenza di pur minime alterazioni “a sella” della sensibilità e/o di disturbi dell’alvo.
Ho preso accordi con il Collega urologo (Prof. Pinzi) perché si doveva trattare assai verosimilmente di un problema prostatico: il paziente è giunto sotto copertura antibiotica per una puntata febbrile e dolore addominale che aveva richiesto un accesso in P.S due giorni fa. La cateterizzazione a permanenza con l’emissione di circa 1100 ml di urina, avvenuta in corso di ecografia confermava il problema prostatico. L’urologo consiglia proseguimento cura antibiotica fino a 10 giorni.
Il paziente si è dunque trattenuto presso il nostro centro per 5 giorni, per essere sottoposto ai trattamenti del caso, per l’ernia del disco.

20.12.016 Visita controllo finale

Un paziente un po’ confuso e piacevolmente disorientato, riferisce l’assenza di dolore rachideo o irradiato in territorio sciatico. Lasègue e Wassermann negativi. Nessuna alterazione della sensibilità alla puntura di spillo per le radici della cauda. Ha recuperato una buona mobilità rachidea, a giudicare da come si alza dal lettino e passeggia senza deficit, con illimitata autonomia. Prognosi decisamente favorevole ma verrà comunque a controllo tra 40 giorni.

21.03.017

Il paziente mi invia mail da cui si evince quanta confusione ed errate interpretazioni vi possano essere sul tema.
“Le sto scrivendo per aggiornarla sul mio stato e per avere francamente anche un Suo autorevole parere sull’ultima risonanza magnetica
di cui le allego il referto e le immagini.
Devo ammettere che a parte un certo fastidio al nervo sciatico, che io chiamo ”ricordo” e che comunque non mi dà alcun pregiudizio né per i movimenti né per il dolore , speravo di vedere dalla risonanza magnetica che l’ernia si era asciugata o, per dirla in termini politicamente corretti, disidratata, oppure addirittura calcificata: la sorpresa è stata che dell’ernia non se ne parla proprio a parte diffuse protusioni e quant’altro. Sono rimasto perplesso e cosi ho pensato di rivolgermi a Lei”.